L’appartenenza di un’ampia parte del patrimonio culturale al pubblico dominio potrebbe far desumere che la riproduzione – in particolare, la riproduzione digitale – dei beni culturali sia libera per ragioni commerciali e non commerciali. Così non è. L’effettiva esistenza di un regime di pubblico dominio è minacciata da istanze di controllo esclusivo avanzate da chi ha la proprietà o la custodia del bene culturale materiale oggetto della riproduzione. Tali istanze sono generalmente mosse da due obiettivi: un controllo censorio e un controllo economico. Il primo obiettivo attiene a valutazioni sulla compatibilità dell’uso con la destinazione del bene, il secondo concerne prospettive di guadagno connesse all’uso. The fact that a large part of cultural heritage belongs to the public domain might suggest that the reproduction, especially digital reproduction, of cultural assets is free for both commercial and non-commercial scopes. However, this is not the case. The actual existence of a public domain regime is threatened by instances of exclusive control asserted by those who own the material cultural asset subject to reproduction. These instances are generally driven by two goals: censorial control and economic control. The former involves assessments of the compatibility of use with the purpose of cultural heritage, while the latter concerns profit chances associated with its use.