Il corso online "IA e Robotica: nuove generazioni, nuove visioni" è una delle iniziative che fanno parte del progetto STACY (Secondary TeAcher CommuniTY), coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto per le Tecnologie Didattiche (CNR-ITD). STACY è uno degli otto progetti del Training Program di RAISE, un'iniziativa finanziata dal Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR) per la creazione e il rafforzamento di ecosistemi dell'innovazione tecnologica e digitale, e per la promozione della collaborazione tra il sistema della ricerca, il sistema produttivo e le istituzioni territoriali. La finalità principale del corso è fornire ai docenti metodi e strumenti per stimolare in aula una riflessione critica sui temi dell'Intelligenza Artificiale e della Robotica in visione prospettica, così da permettere agli studenti e alle studentesse di approcciarsi alle nuove tecnologie in maniera consapevole. Qui di seguito gli obiettivi specifici dell'azione formativa suddivisi nei 5 moduli in cui è articolato il corso online. M1 - Introduzione a AI, Robotica e Pensiero Anticipatorio - Acquisire conoscenze di base sull'Intelligenza artificiale (AI) e la Robotica - Conoscere e comprendere le possibili applicazioni dell'AI e della Robotica alla didattica - Acquisire conoscenze di base sui Future Studies e sul concetto di Pensiero Anticipatorio (Anticipatory Thinking) M2 - Perché è importante parlare di futuro - Comprendere le motivazioni per cui si parla di futuro e si promuovono i Future Studies - Riflettere sull'impatto dei Future Studies sull'individuo e sulla società - Conoscere le possibili implicazioni fattuali ed etiche dei Future Studies in vari campi di applicazione M3 - Il Metodo Backcasting - Acquisire competenze di base sul metodo del Backcasting - Comprendere le possibili applicazioni didattiche del metodo del Backcasting M4 - Progettare attività di riflessione prospettica in classe - Progettare una breve attività didattica in grado di stimolare una riflessione critica e prospettica da parte degli studenti sulle applicazioni e le possibili evoluzioni dell'AI&R - Personalizzare la progettazione didattica in base alle esigenze del gruppo classe. M5 - Realizzare in classe l'attività progettata - Condurre e sperimentare in classe l'attività progettata nel modulo precedente; - Valutare le ricadute sugli studenti e sulle studentesse dell'attività condotta in classe.
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A partire dal XVII secolo, le riviste si sono affermate come canale prediletto della moderna comunicazione scientifica: con la sua forma agile e sintetica, l’articolo ha costituito il veicolo ideale attraverso il quale diffondere rapidamente e in modo capillare i risultati della ricerca nei campi delle STM, permettendo al contempo alla propria comunità di riferimento di verificare la qualità e la veridicità delle scoperte riportate – attraverso la peer-review – nonché assicurando, in termini di tempo, il primato delle scoperte. Questa modalità di comunicazione, ancora oggi in vigore, è stata interessata nel corso del Novecento da una serie di cambiamenti, che hanno finito per consolidarsi come prassi disfunzionali e ostacoli alla diffusione stessa del sapere scientifico, rendendo le riviste scientifiche degli strumenti di controllo dell’accesso alla scienza e di valutazione dei ricercatori piuttosto che dispositivi volti alla diffusione delle scoperte in grado di produrre benessere collettivo. Spinte non concertate di opposizione a tale paradigma, mosse soprattutto dalla serial crisis pricing e dalla volontà di opporsi all'oligopolio degli editori commerciali andatosi a creare, hanno finito per convergere all’inizio del nuovo millennio, concretizzandosi formalmente con la nascita e con la diffusione del movimento Open Access (OA), per l’accesso aperto alle pubblicazioni scientifiche. Il movimento OA ha interessato il paradigma concettuale alla base della produzione scientifica, ripensando strutturalmente tutto il processo di comunicazione e diffusione dei risultati scientifici, riscoprendo l’antica tradizione che muoveva la condivisione delle scoperte senza la segretezza attraverso un nuovo mezzo: Internet. Le possibilità offerte dal digitale, infatti, hanno permesso di trasformare radicalmente le modalità di comunicazione della conoscenza scientifica, di amplificarne la portata e di elaborare due nuove strategie per la disseminazione dei risultati, come esplicitato nel 2002 all’interno della Budapest Open Access Initiative (BOAI), il manifesto fondante dell’accesso aperto: attraverso l’(auto)archiviazione all’interno degli archivi elettronici aperti (i repository) dei prodotti della ricerca, a seguito della loro pubblicazione entro periodici scientifici (la cosiddetta green road), e con la creazione di riviste open access (la gold road), che permettessero a chiunque di accedere ai risultati della ricerca finanziata con fondi pubblici senza dover pagare. L’applicazione sinergica delle due strategie delineate da BOAI ha coinvolto il mondo editoriale e il mondo accademico: all’interno della presente trattazione, si vuole evidenziare come il progetto promosso dal Dipartimento di Scienze degli Alimenti e della Nutrizione (DeFENS) dell’Università degli Studi di Milano, volto a digitalizzare il pregresso cartaceo delle due riviste scientifiche Annali di Microbiologia e Bollettino di Zoologia Agraria e Bachicoltura, risponda nelle intenzioni, nelle azioni e nelle prospettive ai principi dell’Open Access. Il capitolo d’apertura - prendendo spunto da una letteratura già sterminata - vuole fornire una panoramica teorica sull’Open Access, ripercorrendone la genesi e l’articolazione, mostrando la diffusione del movimento, le parti in gioco (editori, atenei, biblioteche, ricercatori) e le novità, sia concettuali sia strumentali, introdotte dal nuovo paradigma all’interno del sistema di produzione e comunicazione del sapere scientifico. Si evidenzieranno, altresì, i limiti materiali e concettuali che ancora oggi ostacolano la piena affermazione dell’Open Access. Nel secondo capitolo, invece, si vedrà come l’Open Access è stato attuato e integrato all’interno del mondo accademico. Ci si concentrerà sul caso specifico dell’Università degli Studi di Milano, ripercorrendo le tappe principali dell’accesso aperto all’interno dell’ateneo meneghino: l’adesione ai principi della Berlin Declaration con la Dichiarazione di Messina (2004), la creazione del repository istituzionale AIR (Archivio Istituzionale della Ricerca), la nascita della Milano University Press (MilanoUP) e, in particolare, della piattaforma di riviste diamond open access Riviste UNIMI. L’attenzione verterà sull’analisi della Policy Open Access, della Policy di AIR e dei regolamenti della Statale, osservando come – a livello programmatico e di azione – l’ateneo abbia recepito quanto previsto all’interno delle diverse Linee Guida emanate negli anni dal Gruppo Open Access della CRUI e dalla Raccomandazione 2012/417/UE del 17 luglio 2012 (sull’accesso all’informazione scientifica e sulla sua conservazione) in merito ai principi dell’Open Access e dell’Open Science. Le azioni saranno lette anche attraverso la lente delle Relazioni Annuali prodotte dal 2017 al 2022 dalla Commissione Open Science della Statale. Nella terza parte, si presenterà il progetto di digitalizzazione del DeFENS, chiarendo come tale lavoro risponda alla precipua intenzione del Dipartimento di contribuire alle politiche Open Science e Open Access dell’università e specificando il ruolo svolto delle pratiche di digitalizzazione come supporto all’accesso aperto, per assicurare la disseminazione, la conservazione e la preservazione di manufatti analogici in ambiente digitale. Il case study verrà descritto nelle fasi in cui è stato articolato il workflow: il progetto di digitalizzazione nelle sue premesse e nella sua progettazione in termini di risorse umane, economiche e di tempo; la storia delle due riviste interessate dalla digitalizzazione e i motivi che hanno portato al loro inserimento all’interno delle politiche open access; le azioni concrete compiute sul corpus cartaceo, nello specifico nelle fasi di scelta, scansione e applicazione dell’OCR compiute sui volumi, con riguardo anche alle criticità; l’archiviazione digitale dei prodotti ottenuti, compiuta di concerto con l’Ufficio di Supporto alle Politiche Open Science; lo stato attuale del progetto e le prospettive future che andranno a interessarlo, in termini di conclusione del processo, di disseminazione e di implicazioni a fronte della liberazione degli articoli contenuti nei due periodici scientifici. --- Since the seventeenth century, journals have established themselves as the favorite channel of modern scientific communication: the article has been the ideal vehicle through which to disseminate rapidly and in a capillary way the results of research in the fields of the STMs, while allowing its reference community to verify the quality and veracity of the reported discoveries - through peer-review - as well as ensuring, in terms of time, the primacy of the discoveries. This mode of communication, still in force today, was affected during the twentieth century by a series of changes, which ended up consolidating themselves as dysfunctional practices and obstacles to the very diffusion of scientific knowledge, making scientific journals tools for controlling the access to science and evaluation of researchers rather than devices aimed at disseminating discoveries capable of producing collective wellness. Unconcerted pushes of opposition to this paradigm, moved above all by the serial crisis pricing and by the desire to oppose the oligopoly of commercial publishers that had arisen, ended up converging at the beginning of the new millennium, formally materializing with the birth and diffusion of the Open Access (OA) movement, for open access to scientific publications. The OA movement has involved the conceptual paradigm at the basis of scientific production, structurally rethinking the whole process of communication and dissemination of scientific results, rediscovering the ancient tradition that moved the sharing of discoveries without secrecy through a new medium: Internet. The possibilities offered by digital technology have made it possible to radically transform the methods of communicating scientific knowledge, to amplify its scope and to develop two new strategies for the dissemination of results, as made explicit in 2002 within the Budapest Open Access Initiative (BOAI), the founding statement of Open Access: through (self) archiving within open electronic archives (repositories) of research products, following their publication in scientific periodicals (the so-called green road), and with the creation of open access journals (the gold road), which would allow anyone to access the results of publicly funded research without paying. The synergistic application of the BOAI's two strategies has involved the publishing world and the academic world: within the present discussion, we want to highlight how the project promoted by the Department of Food and Nutrition Sciences (DeFENS) of the University of Studi di Milano, aimed at digitizing the previous analogic copies of the two scientific journals Annali di Microbiologia (now Annals of Microbiology) and Bollettino di Zoologia Agraria e Bachicoltura (now Journal of Entomological and Acarological Research), responds in intentions, actions and perspectives to the principles of Open Access. The opening chapter aims to provide a theoretical overview of Open Access, retracing its genesis and articulation, showing the diffusion of the movement, the parties involved (publishers, universities, libraries, researchers) and the innovations, both conceptual and instrumental, introduced by the new paradigm within the system of production and communication of scientific knowledge. The material and conceptual limits that still today hinder the full affirmation of Open Access will also be highlighted. In the second chapter, we will see how Open Access has been implemented and integrated within the academic world. We will focus on the specific case of the University of Milan, retracing the main stages of Open Access within this university: adherence to the principles of the Berlin Declaration with the Messina Declaration (2004), the creation of the repository AIR (Institutional Research Archive), the birth of the Milano University Press (MilanoUP) and, in particular, of the diamond open access e-journals platform Riviste UNIMI. Attention will focus on the analysis of the Open Access Policy, the AIR Policy and the regulations of the university, observing how - at a programmatic and action level - the University of Milan has implemented the provisions of the various Guidelines issued over the years by the Open Access Group of the CRUI and by Recommendation 2012/417/EU of 17 July 2012 (on access to scientific information and its conservation) regarding the principles of Open Access and Open Science. The actions will also be read through the lens of the Annual Reports produced from 2017 to 2022 by the University of Milan's Open Science Commission. In the last chapter, the DeFENS digitization project will be presented, clarifying how this work responds to the main intention of the Department to contribute to the University of Milan's Open Science and Open Access policies and specifying the role played by digitization practices in supporting Open Access, to ensure the dissemination, conservation and preservation of analog artefacts in a digital environment. The case study will be described in the stages in which the workflow was articulated: the digitization project in its premises and in its planning in terms of human, economic and time resources; the history of the two journals affected by digitization and the reasons that led to their inclusion in open access policies; the concrete actions carried out on the paper corpus, specifically in the phases of selection, scanning and application of the OCR carried out on the volumes, also with regard to critical issues; the digital archiving of the products obtained, carried out in concert with the Open Science Policy Support Office; the current state of the project and the future prospects that will affect it, in terms of conclusion of the process, dissemination and implications in view of the release of the articles contained in the two scientific periodicals. I riferimenti bibliografici sono quasi interamente ad accesso aperto. -- The bibliographic references are mostly open access.
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Between 2017 and 2018, a project for the restoration and redevelopment of the library of Charles Albert of Savoy at the Royal Castle of Racconigi, financed by the Compagnia di San Paolo Foundation, was carried out under the title "The recovery of the Carlo-Albertine Library, a meeting place between the public and private life of the sovereign" conceived and implemented by the Association Le Terre dei Savoia, in collaboration with the management of the Castle of Racconigi and the Piedmont Regional Museums Directorate (formerly Polo Museale del Piemonte). In addition to the restoration of the physical library, the project included the creation of a small digital library called the 'Library of Carlo Alberto', whose website can be consulted at https://www.bibliocarloalberto.it/. Tra il 2017 e il 2018 è stato realizzato un progetto di restauro e riqualificazione della biblioteca di Carlo Alberto di Savoia presso il Castello Reale di Racconigi, finanziato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, dal titolo “Il recupero della Biblioteca carloalbertina, luogo d’incontro tra vita pubblica e privata del sovrano” ideato e realizzato dall’Associazione Le Terre dei Savoia, in collaborazione con la direzione del Castello di Racconigi e la Direzione Regionale Musei Piemonte (precedentemente Polo Museale del Piemonte). Oltre al restauro della biblioteca fisica, il progetto ha incluso la creazione di una piccola digital library denominata la “Biblioteca di Carlo Alberto”, il cui sito web è consultabile all’indirizzo https://www.bibliocarloalberto.it/.
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This work aims to investigate the adequacy of accountability and civil liability systems in the context of the Internet of Things. In order to carry out this examination, different approaches have been used: in particular, the benefits of historical, sociological and technical analysis have been relied upon, to be integrated with the study of norms, decisions and practices typical of the jurist. The first chapter aims to provide the main coordinates for understanding the phenomenon of the Internet of Things: this required a historical and technical approach, albeit minimal. Today's state of the art is in fact the result of the development of fundamental technologies such as cloud computing, and the more modern edge computing and fog computing. These, in turn, required an introduction to how they work. In the second chapter, the focus shifted to the relationship between law and technology, with a focus on digital technologies. The protection of personal data, that is the subject of this thesis can in fact be traced back to the vast field of studies known as Law&Tech, characterised by the influence that technology exerts on law. In addition to this, the second chapter was dedicated to the framing of personal data, the object of the protection of the discipline under examination. The main reference was Article 4 of the GDPR and Opinion No. 4 of 2007 of the Article 29 Working Party. The latter, by issuing soft law acts (opinions and guidelines) plays a key role in the interpretation of data protection provisions. A great importance was attached to soft law in the course of the thesis: the acts of the European Data Protection Board, of the Italian Data Protection Authority, of the European Data Protection Supervisory, and the European agencies (such as Enisa) constitute first-rate references for the analysis of regulatory texts and for the evaluation of technological implementation practices. The third chapter was devoted to the accountability principle. This has been considered by important commentators as the element on which the modernisation of the data protection discipline was based: it was in fact introduced by the GDPR, and in contrast to the former Directive 95/46/EC, it imports a series of obligations aimed to making the main figures accountable for processing: the controller and the processor. This paradigm shift is analysed by retracing the main stages that led to today's accountability principle, with particular emphasis on the minimum security measures provided for in Article 33 of the former Italian privacy code. The fourth chapter focuses instead on civil liability for unlawful processing of personal data. The reference provision is Article 82 of the GDPR, and starting from it, the active and passive subjective profiles, the objective profiles, the nature of the criterion of imputation of liability, and the relationship between the injured party and the damaging party were examined. The protracted study took into consideration the unresolved problems of Italian civil liability, especially as regards the criterion of imputation of liability and the relationship between the injured party and the damaged party. This analysis was supplemented by a systematic reading of the Regulation, with the consequence of finding the minimum and maximum limits of civil liability in the compliance with the principle of accountability. In particular, the balance set by the GDPR between the circulation and protection of personal data, the principle of adequacy, and finally the limits of the state of the art and implementation costs were examined. The results obtained in the third and fourth chapters on accountability and civil liability systems were then tested in the context of the Internet of Things. This necessitated an introduction on the circulation model of personal data, and the risks arising from it: in particular, algorithmic discrimination and influences on personal self-determination were examined. Algorithms were taken into consideration, by virtue of their great inferential capacity, as tools for the extraction of new data, sometimes burdened by biases imprinted at the time of design, and at other times vitiated by biases that emerged later than the time of programming. Respecting the principle of accountability in the IoT, so as not to be condemned for damages under Article 82 GDPR, is very complex. The technological phenomenon in question is very intricate, characterised by great opacity and chains of processing. The lack of transparency makes it complex to be accountable, while the concatenation of accountable treatments, in certain cases, can lead to the inconsistency of personal data protection. Finally, some problematic liability profiles linked to the industrialisation of relations were compared to those arising from their digitalisation. https://lawtech.jus.unitn.it/main-menu/paper-series/student-paper-series-of-the-trento-lawtech-research-group/2/
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Questa modalità di comunicazione, ancora oggi in vigore, è stata interessata nel corso del Novecento da una serie di cambiamenti, che hanno finito per consolidarsi come prassi disfunzionali e ostacoli alla diffusione stessa del sapere scientifico, rendendo le riviste scientifiche degli strumenti di controllo dell’accesso alla scienza e di valutazione dei ricercatori piuttosto che dispositivi volti alla diffusione delle scoperte in grado di produrre benessere collettivo. Spinte non concertate di opposizione a tale paradigma, mosse soprattutto dalla serial crisis pricing e dalla volontà di opporsi all'oligopolio degli editori commerciali andatosi a creare, hanno finito per convergere all’inizio del nuovo millennio, concretizzandosi formalmente con la nascita e con la diffusione del movimento Open Access (OA), per l’accesso aperto alle pubblicazioni scientifiche. Il movimento OA ha interessato il paradigma concettuale alla base della produzione scientifica, ripensando strutturalmente tutto il processo di comunicazione e diffusione dei risultati scientifici, riscoprendo l’antica tradizione che muoveva la condivisione delle scoperte senza la segretezza attraverso un nuovo mezzo: Internet. Le possibilità offerte dal digitale, infatti, hanno permesso di trasformare radicalmente le modalità di comunicazione della conoscenza scientifica, di amplificarne la portata e di elaborare due nuove strategie per la disseminazione dei risultati, come esplicitato nel 2002 all’interno della Budapest Open Access Initiative (BOAI), il manifesto fondante dell’accesso aperto: attraverso l’(auto)archiviazione all’interno degli archivi elettronici aperti (i repository) dei prodotti della ricerca, a seguito della loro pubblicazione entro periodici scientifici (la cosiddetta green road), e con la creazione di riviste open access (la gold road), che permettessero a chiunque di accedere ai risultati della ricerca finanziata con fondi pubblici senza dover pagare. L’applicazione sinergica delle due strategie delineate da BOAI ha coinvolto il mondo editoriale e il mondo accademico: all’interno della presente trattazione, si vuole evidenziare come il progetto promosso dal Dipartimento di Scienze degli Alimenti e della Nutrizione (DeFENS) dell’Università degli Studi di Milano, volto a digitalizzare il pregresso cartaceo delle due riviste scientifiche Annali di Microbiologia e Bollettino di Zoologia Agraria e Bachicoltura, risponda nelle intenzioni, nelle azioni e nelle prospettive ai principi dell’Open Access. Il capitolo d’apertura - prendendo spunto da una letteratura già sterminata - vuole fornire una panoramica teorica sull’Open Access, ripercorrendone la genesi e l’articolazione, mostrando la diffusione del movimento, le parti in gioco (editori, atenei, biblioteche, ricercatori) e le novità, sia concettuali sia strumentali, introdotte dal nuovo paradigma all’interno del sistema di produzione e comunicazione del sapere scientifico. Si evidenzieranno, altresì, i limiti materiali e concettuali che ancora oggi ostacolano la piena affermazione dell’Open Access. Nel secondo capitolo, invece, si vedrà come l’Open Access è stato attuato e integrato all’interno del mondo accademico. Ci si concentrerà sul caso specifico dell’Università degli Studi di Milano, ripercorrendo le tappe principali dell’accesso aperto all’interno dell’ateneo meneghino: l’adesione ai principi della Berlin Declaration con la Dichiarazione di Messina (2004), la creazione del repository istituzionale AIR (Archivio Istituzionale della Ricerca), la nascita della Milano University Press (MilanoUP) e, in particolare, della piattaforma di riviste diamond open access Riviste UNIMI. L’attenzione verterà sull’analisi della Policy Open Access, della Policy di AIR e dei regolamenti della Statale, osservando come – a livello programmatico e di azione – l’ateneo abbia recepito quanto previsto all’interno delle diverse Linee Guida emanate negli anni dal Gruppo Open Access della CRUI e dalla Raccomandazione 2012/417/UE del 17 luglio 2012 (sull’accesso all’informazione scientifica e sulla sua conservazione) in merito ai principi dell’Open Access e dell’Open Science. Le azioni saranno lette anche attraverso la lente delle Relazioni Annuali prodotte dal 2017 al 2022 dalla Commissione Open Science della Statale. Nella terza parte, si presenterà il progetto di digitalizzazione del DeFENS, chiarendo come tale lavoro risponda alla precipua intenzione del Dipartimento di contribuire alle politiche Open Science e Open Access dell’università e specificando il ruolo svolto delle pratiche di digitalizzazione come supporto all’accesso aperto, per assicurare la disseminazione, la conservazione e la preservazione di manufatti analogici in ambiente digitale. Il case study verrà descritto nelle fasi in cui è stato articolato il workflow: il progetto di digitalizzazione nelle sue premesse e nella sua progettazione in termini di risorse umane, economiche e di tempo; la storia delle due riviste interessate dalla digitalizzazione e i motivi che hanno portato al loro inserimento all’interno delle politiche open access; le azioni concrete compiute sul corpus cartaceo, nello specifico nelle fasi di scelta, scansione e applicazione dell’OCR compiute sui volumi, con riguardo anche alle criticità; l’archiviazione digitale dei prodotti ottenuti, compiuta di concerto con l’Ufficio di Supporto alle Politiche Open Science; lo stato attuale del progetto e le prospettive future che andranno a interessarlo, in termini di conclusione del processo, di disseminazione e di implicazioni a fronte della liberazione degli articoli contenuti nei due periodici scientifici. --- Since the seventeenth century, journals have established themselves as the favorite channel of modern scientific communication: the article has been the ideal vehicle through which to disseminate rapidly and in a capillary way the results of research in the fields of the STMs, while allowing its reference community to verify the quality and veracity of the reported discoveries - through peer-review - as well as ensuring, in terms of time, the primacy of the discoveries. This mode of communication, still in force today, was affected during the twentieth century by a series of changes, which ended up consolidating themselves as dysfunctional practices and obstacles to the very diffusion of scientific knowledge, making scientific journals tools for controlling the access to science and evaluation of researchers rather than devices aimed at disseminating discoveries capable of producing collective wellness. Unconcerted pushes of opposition to this paradigm, moved above all by the serial crisis pricing and by the desire to oppose the oligopoly of commercial publishers that had arisen, ended up converging at the beginning of the new millennium, formally materializing with the birth and diffusion of the Open Access (OA) movement, for open access to scientific publications. The OA movement has involved the conceptual paradigm at the basis of scientific production, structurally rethinking the whole process of communication and dissemination of scientific results, rediscovering the ancient tradition that moved the sharing of discoveries without secrecy through a new medium: Internet. The possibilities offered by digital technology have made it possible to radically transform the methods of communicating scientific knowledge, to amplify its scope and to develop two new strategies for the dissemination of results, as made explicit in 2002 within the Budapest Open Access Initiative (BOAI), the founding statement of Open Access: through (self) archiving within open electronic archives (repositories) of research products, following their publication in scientific periodicals (the so-called green road), and with the creation of open access journals (the gold road), which would allow anyone to access the results of publicly funded research without paying. The synergistic application of the BOAI's two strategies has involved the publishing world and the academic world: within the present discussion, we want to highlight how the project promoted by the Department of Food and Nutrition Sciences (DeFENS) of the University of Studi di Milano, aimed at digitizing the previous analogic copies of the two scientific journals Annali di Microbiologia (now Annals of Microbiology) and Bollettino di Zoologia Agraria e Bachicoltura (now Journal of Entomological and Acarological Research), responds in intentions, actions and perspectives to the principles of Open Access. The opening chapter aims to provide a theoretical overview of Open Access, retracing its genesis and articulation, showing the diffusion of the movement, the parties involved (publishers, universities, libraries, researchers) and the innovations, both conceptual and instrumental, introduced by the new paradigm within the system of production and communication of scientific knowledge. The material and conceptual limits that still today hinder the full affirmation of Open Access will also be highlighted. In the second chapter, we will see how Open Access has been implemented and integrated within the academic world. We will focus on the specific case of the University of Milan, retracing the main stages of Open Access within this university: adherence to the principles of the Berlin Declaration with the Messina Declaration (2004), the creation of the repository AIR (Institutional Research Archive), the birth of the Milano University Press (MilanoUP) and, in particular, of the diamond open access e-journals platform Riviste UNIMI. Attention will focus on the analysis of the Open Access Policy, the AIR Policy and the regulations of the university, observing how - at a programmatic and action level - the University of Milan has implemented the provisions of the various Guidelines issued over the years by the Open Access Group of the CRUI and by Recommendation 2012/417/EU of 17 July 2012 (on access to scientific information and its conservation) regarding the principles of Open Access and Open Science. The actions will also be read through the lens of the Annual Reports produced from 2017 to 2022 by the University of Milan's Open Science Commission. In the last chapter, the DeFENS digitization project will be presented, clarifying how this work responds to the main intention of the Department to contribute to the University of Milan's Open Science and Open Access policies and specifying the role played by digitization practices in supporting Open Access, to ensure the dissemination, conservation and preservation of analog artefacts in a digital environment. The case study will be described in the stages in which the workflow was articulated: the digitization project in its premises and in its planning in terms of human, economic and time resources; the history of the two journals affected by digitization and the reasons that led to their inclusion in open access policies; the concrete actions carried out on the paper corpus, specifically in the phases of selection, scanning and application of the OCR carried out on the volumes, also with regard to critical issues; the digital archiving of the products obtained, carried out in concert with the Open Science Policy Support Office; the current state of the project and the future prospects that will affect it, in terms of conclusion of the process, dissemination and implications in view of the release of the articles contained in the two scientific periodicals. I riferimenti bibliografici sono quasi interamente ad accesso aperto. -- The bibliographic references are mostly open access.
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Between 2017 and 2018, a project for the restoration and redevelopment of the library of Charles Albert of Savoy at the Royal Castle of Racconigi, financed by the Compagnia di San Paolo Foundation, was carried out under the title "The recovery of the Carlo-Albertine Library, a meeting place between the public and private life of the sovereign" conceived and implemented by the Association Le Terre dei Savoia, in collaboration with the management of the Castle of Racconigi and the Piedmont Regional Museums Directorate (formerly Polo Museale del Piemonte). In addition to the restoration of the physical library, the project included the creation of a small digital library called the 'Library of Carlo Alberto', whose website can be consulted at https://www.bibliocarloalberto.it/. Tra il 2017 e il 2018 è stato realizzato un progetto di restauro e riqualificazione della biblioteca di Carlo Alberto di Savoia presso il Castello Reale di Racconigi, finanziato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, dal titolo “Il recupero della Biblioteca carloalbertina, luogo d’incontro tra vita pubblica e privata del sovrano” ideato e realizzato dall’Associazione Le Terre dei Savoia, in collaborazione con la direzione del Castello di Racconigi e la Direzione Regionale Musei Piemonte (precedentemente Polo Museale del Piemonte). Oltre al restauro della biblioteca fisica, il progetto ha incluso la creazione di una piccola digital library denominata la “Biblioteca di Carlo Alberto”, il cui sito web è consultabile all’indirizzo https://www.bibliocarloalberto.it/.
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