handle: 20.500.12079/8085
Relativamente alla caratterizzazione sperimentazione dei generatori di vapore, uno dei principali problemi di sicurezza del progetto di reattore nucleare refrigerato a metallo liquido è la rottura dei tubi del generatore di vapore. Infatti, tale evento può implicare la propagazione di un’onda di pressione nel vessel principale che può causare, direttamente o indirettamente, il danneggiamento di strutture interne al vessel del primario. In caso di grandi o piccole perdite, il vapore rilasciato dal secondario del reattore, a pressione più elevata, può essere trascinato dal flusso principale verso l’ingresso del core, causando inserzioni di reattività. Un altro aspetto rilevante è il fatto che tale evento potrebbe avere un impatto sul sistema di controllo della chimica del refrigerante primario, compromettendone l’affidabilità ed il buon funzionamento. Lo sviluppo di un sistema capace di identificare in tempo la presenza di una piccola rottura nel tubo del generatore di vapore potrebbe essere utilizzata per prevenire il degradare della piccola perdita in SGTR: quindi diminuire la probabilità di quello che è, ad oggi, considerato l’incidente di riferimento per la sicurezza del reattore LFR. Nell’ambito dell’attività PAR 2018 in sinergia con il progetto europeo MAXSIMA, sono stati effettuati test sperimentali per caratterizzare il rilascio attraverso tipiche cricche che possono verificarsi nei tubi pressurizzati di un generatore di vapore, e correlare il tasso di rilascio a segnali rilevati da microfoni, accelerometri ed emettitori acustici.
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handle: 20.500.12079/7995
Nell’ambito della seconda annualità dell’Accordo di Programma MiSE/ENEA Piano Triennale 2015-2017, si prosegue l’attività di validazione del codice RELAP5 cominciata nel PAR2015 in collaborazione con i Laboratori SIET di Piacenza e finalizzata alla verifica della capacità e dei limiti del codice RELAP5 nella simulazione di sistemi per la rimozione del calore di decadimento passivi. La sezione di prova a due tubi a baionetta HERO-2, caratterizzata nel PAR2014 in circuito aperto a circolazione forzata, nel PAR2015 è stata testata in circolazione naturale previa chiusura del circuito sfruttando linee e componenti già utilizzate da SIET e POLIMI. ENEA aveva definito la matrice di prova utilizzando simulazioni pre-test condotte con RELAP5mod3.3, SIET si era occupata dell’allestimento ed esecuzione delle prove. I test termoidraulici che sono stati condotti sul loop hanno consentito la caratterizzazione delle prestazioni di HERO-2 in circolazione naturale, in funzione del grado di riempimento e della potenza fornita alla sezione di prova, in condizioni operative di interesse per reattori SMR. Nel presente documento sono riportati i dati sperimentali prodotti nella campagna e le simulazioni post-test di RELAP5 effettuate sui dati sperimentali a doppio tubo. Il documento viene integrato da un ampliamento dello studio condotto da POLIMI nella precedente annualità relativo al confronto prestazionale di un generatore di vapore a tubi elicoidali con uno a tubi a baionetta. Per la validazione del modello di quest’ultimo si è fatto uso della caratterizzazione effettuata sui dati forniti dalla SIET. Tali scambiatori sono stati inseriti nel design di un SMR integrato (Flexblue© di DCNS) e valutati per la rimozione passiva del calore di decadimento nelle condizioni incidentali di Station-Black-Out.
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handle: 20.500.12079/7966
Il report presenta gli elementi utili per la pianificazione dello studio della Zona Non Satura (ZNS), nel contesto delle analisi di sicurezza per il futuro Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi.
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handle: 20.500.12079/66027
L’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA) e il Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale (MAECI) collaborano ai fini degli adempimenti previsti dalla legge 15 dicembre 1998, n. 484, così come modificata dalla L. 24 luglio 2003 n. 197, per la ratifica e l’esecuzione del Trattato per il Bando Totale degli Esperimenti Nucleari (CTBT, Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty), con protocollo e annessi, adottato a New York dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 settembre 1996. Nell’ambito del Centro Nazionale Dati (NDC), il ruolo dell’ENEA consiste nel fornire supporto tecnico all’Autorità Nazionale (MAECI) nella verifica dell’applicazione del CTBT. In particolare, l’ENEA è responsabile del monitoraggio e analisi dei dati provenienti dal Sistema Internazionale di Monitoraggio (IMS) per il rilevamento di radionuclidi (particolato e gas nobili), che è una delle quattro tecnologie utilizzate per la verifica del Trattato e l’unica in grado di fornire elementi di certezza sul fatto che un test nucleare sia avvenuto o meno. Il MAECI e l’ENEA hanno collaborato su queste tematiche tramite apposite convenzioni, di cui l’attuale è entrata in vigore in data 1° gennaio 2022. Il presente documento rappresenta il terzo rapporto periodico del 2022 e descrive lo stato di avanzamento delle attività previste dalla convenzione nel periodo 01/07/2022 - 30/09/2022.
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handle: 20.500.12079/6811
Dopo una breve esposizione della architettura Wi-Fi in esercizio in Enea sino a fine 2016, il documento descrive i passi necessari per installare, configurare e rilasciare all’utenza il Controller Wi-Fi Huawei AC6005 e gli Access Point AP5130DN, nel rispetto delle policy d’Agenzia in essere ed in modalità congruente con l’installato. After a brief exposure of Wi-Fi architecture working in Enea until the end of 2016, the document describes the steps needed to install, configure, and release the Huawei wi-fi Controller AC6005 and AP5130DN Access Points, in compliance with Agency policies and in accordance with the installed one.
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handle: 20.500.12079/6821
LHC confirmed many theoretical predictions, dating back to the second half of the 20th century. In addition to confirming the most striking one, namely proving the existence of the Brout-Englert-Higgs (BEH) boson, others – even though with minor emphasis from the media, because accurately appreciated only by experts – have been completing a theoretical framework, consolidated since the ’70 and ’80 years. In particular, the existence of baryons made up of 2 heavy quarks has been confirmed by the analysis of experimental data and discussion about producing baryons with a possible even larger mass has just started. The production mechanism is characterized by a process that implies the “fusion” of two baryons with only one heavy quark, the formation of an exotic state with six quarks, then the associated decay into a nucleon plus a baryon with two heavy quarks and a significant energy release, due to the mass difference between initial particles and those produced from the decay. Since some speculations raised on exploiting such a new source of energy, we will discuss whether there are conditions to effectively guarantee such a use. LHC ha confermato molte previsioni teoriche, che datavano alla seconda metà del 900. A parte la più eclatante, ovvero la prova dell’esistenza del bosone BEH (Brout-Englert-Higgs), altre, se pure con minore enfasi mediatica perché note solo agli addetti ai lavori, stanno completando un quadro teorico che si era consolidato tra gli anni 70 e 80. In particolare l’esistenza di barioni costituiti da 2 quark pesanti, sono stati confermati dall’analisi dei dati sperimentali e si è cominciato a discutere della possibile produzione di barioni di massa ancora maggiore. Il meccanismo di produzione è caratterizzato da un processo che implica la “fusione” di due barioni con un solo quark pesante, la formazione di uno stato esotico a sei quark, il relativo decadimento in un nucleone, un barione contenente due quark pesanti e un significativo rilascio di energia, dovuto alla differenza di massa tra le particelle iniziali e quelle di decadimento. Poiché si è speculato su un possibile uso di tale“nuova fonte” di energia, discuteremo se esistano le condizioni che ne garantiscano un effettivo utilizzo.
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handle: 20.500.12079/6832
Il Laboratorio Diagnostiche e Metrologia (DIM) del Dipartimento FSN-TECFIS dell’ENEA ha, tra i suoi obiettivi, lo sviluppo di strumentazioni spettroscopiche per la diagnostica precoce e non distruttiva nonché la sua applicazione in numerosi campi quali agroalimentare, sicurezza ed ambiente. Nell’ambito della Infrastruttura Europea sul Food (METROFOOD) coordinata da ENEA BIOAG del Dipartimento SSPT l’utilizzo delle metodologie sviluppate possono contribuire ad una diagnostica sinergica in quanto si affianca al portfolio di strumentazione già prevista nel progetto. Le misure sono state eseguite su campioni di riso e tessuto di ostrica forniti dal progetto ma che possono essere sviluppate per applicazioni industriali I risultati ottenuti incoraggiano e confermano l’utilizzo delle tecniche spettroscopiche utilizzate, in quanto si sono dimostrate versatili ed utili per la diagnostica e la caratterizzazione non distruttiva dei prodotti studiati. Si propone anche lo sviluppo di strumenti dedicati al controllo della filiera agro-alimentare, in funzione della necessità e della matrice da analizzare. The development of innovative instruments for early and non-destructive detection in agro-food field is one of the objectives for Diagnostics and Metrology Laboratory (DIM) of the FSN TECFIS Department of ENEA. In the framework of the European Infrastructure for promoting METROlogy in FOOD and nutrition (METROFOOD) lead by ENEA BIOAG -SSPT Department, the physics technologies can be useful tools, together with the portfolio instrumentation already available in the project, for a more comprehensive monitoring of food quality. The results obtained on Rice and Oyster, provided by the project, encourage and confirm the advantageous use of that technologies, for their adaptability and, mainly, for their peculiarities of early and non- destructive detection. The development of specific tools for the quality control in the agro-food chain is also proposed.
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handle: 20.500.12079/66729
Le lunghezze d’onda comprese tra 200 e 280 nanometri, intervallo spettrale denominato UV-C, sono particolarmente adatte a debellare batteri e virus in quanto tale radiazione spezza i legami proteici e può danneggiare in modo irreversibile le catene del DNA/RNA. Sino a poco tempo fa, le sorgenti UV-C disponibili in commercio erano lampade a gas, basate tipicamente su deuterio, xenon, vapori di mercurio, o eccimeri. Queste lampade funzionano a tensioni piuttosto elevate, sono fragili e hanno tempi di accensione di diversi minuti prima di arrivare a regime ed emettere la potenza nominale. La disponibilità di LED (Light Emitting Diodes, dispositivi a stato solido) che emettono radiazione nell’intervallo dell’UV-C consente oggi di realizzare una “lampada”, basata su una matrice di tali sorgenti, che utilizza un alimentatore a bassa tensione, può essere disegnata in configurazioni geometriche adattabili ad ogni esigenza, si accende istantaneamente ed è meccanicamente molto robusta. In questo Rapporto Tecnico sono illustrati il progetto, la realizzazione e la caratterizzazione di una lampada a LED UV-C e del relativo alimentatore. È inoltre brevemente descritto un esperimento, a scopo fitosanitario, in cui tale lampada è stata utilizzata. Optical radiation with wavelengths between 200 and 280 nanometers, in the UV-C range, is particularly suitable for eradicating bacteria and viruses, as this radiation breaks protein bonds and can irreversibly damage DNA/RNA chains. Until recently, the commercial UV-C sources were gas lamps, typically based on deuterium, xenon, mercury vapor, or excimers. All of these lamps operate at quite high voltages, are fragile and require several minutes of warming up before working at full power. The availability of solid-state LEDs (Light Emitting Diodes) that emit radiation in the UV-C range allows a “lamp” to be made by assembling an array of such light sources, which uses a low-voltage power supply, can be designed in geometric configurations adaptable to any need, turns on/off instantly and is robust. This Technical Report illustrates the work done at ENEA Frascati on the design and assembly of a UVC LED lamp and of its power supply, its characterization and application to a phytosanitary experiment.
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Relativamente alla caratterizzazione sperimentazione dei generatori di vapore, uno dei principali problemi di sicurezza del progetto di reattore nucleare refrigerato a metallo liquido è la rottura dei tubi del generatore di vapore. Infatti, tale evento può implicare la propagazione di un’onda di pressione nel vessel principale che può causare, direttamente o indirettamente, il danneggiamento di strutture interne al vessel del primario. In caso di grandi o piccole perdite, il vapore rilasciato dal secondario del reattore, a pressione più elevata, può essere trascinato dal flusso principale verso l’ingresso del core, causando inserzioni di reattività. Un altro aspetto rilevante è il fatto che tale evento potrebbe avere un impatto sul sistema di controllo della chimica del refrigerante primario, compromettendone l’affidabilità ed il buon funzionamento. Lo sviluppo di un sistema capace di identificare in tempo la presenza di una piccola rottura nel tubo del generatore di vapore potrebbe essere utilizzata per prevenire il degradare della piccola perdita in SGTR: quindi diminuire la probabilità di quello che è, ad oggi, considerato l’incidente di riferimento per la sicurezza del reattore LFR. Nell’ambito dell’attività PAR 2018 in sinergia con il progetto europeo MAXSIMA, sono stati effettuati test sperimentali per caratterizzare il rilascio attraverso tipiche cricche che possono verificarsi nei tubi pressurizzati di un generatore di vapore, e correlare il tasso di rilascio a segnali rilevati da microfoni, accelerometri ed emettitori acustici.
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Nell’ambito della seconda annualità dell’Accordo di Programma MiSE/ENEA Piano Triennale 2015-2017, si prosegue l’attività di validazione del codice RELAP5 cominciata nel PAR2015 in collaborazione con i Laboratori SIET di Piacenza e finalizzata alla verifica della capacità e dei limiti del codice RELAP5 nella simulazione di sistemi per la rimozione del calore di decadimento passivi. La sezione di prova a due tubi a baionetta HERO-2, caratterizzata nel PAR2014 in circuito aperto a circolazione forzata, nel PAR2015 è stata testata in circolazione naturale previa chiusura del circuito sfruttando linee e componenti già utilizzate da SIET e POLIMI. ENEA aveva definito la matrice di prova utilizzando simulazioni pre-test condotte con RELAP5mod3.3, SIET si era occupata dell’allestimento ed esecuzione delle prove. I test termoidraulici che sono stati condotti sul loop hanno consentito la caratterizzazione delle prestazioni di HERO-2 in circolazione naturale, in funzione del grado di riempimento e della potenza fornita alla sezione di prova, in condizioni operative di interesse per reattori SMR. Nel presente documento sono riportati i dati sperimentali prodotti nella campagna e le simulazioni post-test di RELAP5 effettuate sui dati sperimentali a doppio tubo. Il documento viene integrato da un ampliamento dello studio condotto da POLIMI nella precedente annualità relativo al confronto prestazionale di un generatore di vapore a tubi elicoidali con uno a tubi a baionetta. Per la validazione del modello di quest’ultimo si è fatto uso della caratterizzazione effettuata sui dati forniti dalla SIET. Tali scambiatori sono stati inseriti nel design di un SMR integrato (Flexblue© di DCNS) e valutati per la rimozione passiva del calore di decadimento nelle condizioni incidentali di Station-Black-Out.
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L’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA) e il Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale (MAECI) collaborano ai fini degli adempimenti previsti dalla legge 15 dicembre 1998, n. 484, così come modificata dalla L. 24 luglio 2003 n. 197, per la ratifica e l’esecuzione del Trattato per il Bando Totale degli Esperimenti Nucleari (CTBT, Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty), con protocollo e annessi, adottato a New York dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 settembre 1996. Nell’ambito del Centro Nazionale Dati (NDC), il ruolo dell’ENEA consiste nel fornire supporto tecnico all’Autorità Nazionale (MAECI) nella verifica dell’applicazione del CTBT. In particolare, l’ENEA è responsabile del monitoraggio e analisi dei dati provenienti dal Sistema Internazionale di Monitoraggio (IMS) per il rilevamento di radionuclidi (particolato e gas nobili), che è una delle quattro tecnologie utilizzate per la verifica del Trattato e l’unica in grado di fornire elementi di certezza sul fatto che un test nucleare sia avvenuto o meno. Il MAECI e l’ENEA hanno collaborato su queste tematiche tramite apposite convenzioni, di cui l’attuale è entrata in vigore in data 1° gennaio 2022. Il presente documento rappresenta il terzo rapporto periodico del 2022 e descrive lo stato di avanzamento delle attività previste dalla convenzione nel periodo 01/07/2022 - 30/09/2022.
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